Val Zebru - Fotografia naturalistica

Fotografia naturalistica
Title
Vai ai contenuti
Val Zebrù
La Val Zebru’, area di grande interesse naturalistico e paesaggistico, si trova in Valfurva ed il suo imbocco è raggiungibile attraversando il piccolo abitato di Madonna dei Monti partendo dalla frazione Niblogo dove vi è la possibilità di parcheggio. Particolarmente interessante è l’area di ricerca situata nei pressi della vedretta della Miniera, raggiungibile con circa 3 ore di cammino.
Nelle lenti di calcefiri presenti, rinvenibili lungo la morena o ai bordi della vedretta, si rinvengono alcune specie di zeoliti particolarmente interessanti e carbonati.
La gismondina è la specie più ricercata; si presenta in cristalli incolori o bianchi, lucenti se freschi, di abito bipiramidale, talora compenetrati, fino a 2 cm di spigolo. Altre zeoliti presenti sono la cabasite in pseudo cubi vitrei, a volte geminati per compenetrazione, la scolecite in aghetti incolori e vitrei, riuniti in ciuffi, in sfere o in aggregati di aspetto piumoso, fino a 15 mm di lunghezza e la laumontite.
Altri calcefiri, di tipo diverso dai precedenti, contengono associazioni paragenetiche differenti, soprattutto a pirosseno, vesuvianite e granato.
La vesuvianite si presenta in cristalli verdi o bruni, fino a 25 mm, con abito da prismatico tozzo a bipiramidale appiattito. Il granato si rinviene in vene centimetriche a contatto con la quarzodiorite; le fessure sono ricoperte  a tappeto da rombododecaedri rosso bruni, anche lucenti, di 1-4 mm.  Accessori, piuttosto rari, sono l’epidoto, la titanite, la cordierite e spinello. Tra i minerali metallici è segnalata la presenza di magnetite, la pirite, la marcasite, la pirrotite e l’ematite.  
Assai interessante è altresì la zona di ricerca situata poco a monte della baita del Pastore. La frana staccatasi dalla parete sud-est della Thurwisen il 18settembre 2004 è in gran parte costituita da massi calcarei anche di dimensioni decimetriche rivestite da calcite. I cristalli presentano abito che varia dallo scalenoedrico, al romboedrico, al lenticolare. Interessanti sono i geminati a coda di rondine o a mitra, anche limpidi e lucenti, possono raggiungere i 3 centimetri di lunghezza. Sono associati a gesso incolore ed a fluorite in cubetti rosei o violacei. nord di Isolaccia, tra quota 1400 e 1500 m, sono presenti numerosi blocchi di dolomia grigia franati dalla sovrastante rupe “Crap de Scegn”. Nelle cavità, presenti lungo le vene di dolomite spatica, sono impiantati nitidi cristalli cubici di fluorite, fino ad  1 centimetro di spigolo, di colore viola, rosa o incolori, a viva lucentezza vitrea, spesso polisintetici, compenetrati o in aggregati a gradinata. Si annidano tra romboedri di dolomite color crema, con facce incurvate, anche centimetrici, spesso ricoperti a sciami da altri romboedri di seconda generazione e prismetti ialini di quarzo.
 
Come rarità vengono segnalate la datolite in tozzi cristalli monoclini, incolori e limpidi, ricchi di facce speculari e la barite in tavolette gialle fino a 4 mm di lato.
edoardo mottarella 2012 - copyright
Torna ai contenuti