Val Cameraccio
L’ampio
anfiteatro glaciale della val Cameraccio costituisce la parte terminale della
val di Mello. E’ raggiungibile attraverso due percorsi alternativi, splendidi
dal punto di vista naturalistico, ma assai impegnativi e faticosi. Il primo percorso
prevede un tratto iniziale pianeggiante lungo la val di Mello fino alla cascina
Rasica per poi iniziare la salita inoltrandosi nel bosco sulla destra
idrografica fino a raggiungere l’alpe Cameraccio. Si prosegue superando numerosi dossi erbosi, prestando particolare attenzione ai segnavia
e alla traccia di sentiero sempre meno marcata, fino ad incrociare il tratto
del sentiero Roma, che dal rifugio Allievi conduce alla bocchetta Roma. Il tempo
di percorrenza è stimato in 5-6 ore.
La zona di ricerca
è situata a nord-ovest del ghiacciaio del monte Pioda, tra i 2700 e 2900 metri di altitudine,
poco sopra il bivacco Kima.
Per raggiungere
il bivacco è altresì possibile utilizzare il percorso, leggermente meno
impegnativo e faticoso, che dal piano di Preda Rossa risale la valle fino alla
bocchetta Roma, passando dal rifugio Ponti.
Ai margini del
ghiacciaio di Pioda sono disseminati blocchi detritici di serizzo attraversati
da vene di quarzo nelle cui fessure si rinvengono, associati ad epidoto e
biotite, alcune interessanti zeoliti. Piuttosto frequente la cabasite in
cristalli pseudocubici, fino a 3
mm , trasparenti, lattei o gialli, a volte ricoperti da
aghi di malachite e la stilbite nei tipici
cristalli a covone, singoli o aggregati, biancastri o incolori, fino a 4 mm . Sono altresì presenti,
ma in cristalli meno significativi, scolecite,
laumontite e apofillite.
Da una lente visibile
sulla parete occidentale del Monte Pioda, sovrastante la zona di ricerca, provengono altri blocchi con la presenza di minerali
di alterazione del rame.
Nelle fessure
sono frequenti, oltre a calcopirite in granuli o piccoli cristalli, malachite
in patine o in ciuffi verdi di circa 1 mm , crisocolla in incrostazioni o globuli color verde-azzurro e
laumontite in cristalli allungati, bianchi, di alcuni millimetri.
Abbastanza
recente ed interessante il ritrovamento di un masso di serizzo nelle cui
fessure del quarzo, sono stati rinvenuti la bornite di colore bronzeo, associata
a spionkopite in masserelle nerastre con riflessi azzurri ed evidente
sfaldatura, yarrowite e rari grumi grigio scuri di tennantite e digenite. Dalla
stessa giacitura provengono alcuni cristalli di oro nativo in lamelle di 1 mm, da ondulate ad accartocciate, di colore
giallo pallido.
Circa 400 a nord del bivacco Kima,
in corrispondenza del gradino roccioso di quota 2867 m , sono inoltre da
segnalare interessanti filoni pegmatitici inclusi nel serizzo. In queste
pegmatiti muscovitiche zonate si trova il berillo di colore azzurro, anche
intenso, fino ad oltre a 4 cm
di diametro. Meno comuni sono la spessartina in cristalli icositetraedrici e
shorlite in cristalli prismatici sottili riuniti in fasci di diametro
centimetrico. Accessori abbastanza rari sono la ferrocolumbite in cristalli
neri, submetallici, da tabulari allungati a prismatici tozzi, la petsckeckite e
lo zircone.