Sondalo e Val Dombastone
La zona di ricerca mineralogica della
Piattagrande era conosciuta già alla fine dell’800. Ancora oggi è tuttavia
possibile effettuare interessanti ritrovamenti. Le ricerche si svolgono tra i
detriti di frana sparsi nel bosco alla base delle rupi della Piattagrande e
dell’adiacente Piattapiccola o risalendo l’avvallamento a est della
Piattagrande.
Negli gneiss, le fessure e le cavità
presenti sono spesso tappezzate da cristalli di quarzo, ialini o lattiginosi,
lunghi fino a 5 mm
immersi in limonite o in calcite
spatica. Particolare interesse rivestono i rarissimi geminati del Giappone,
costituiti da individui tabulari lunghi fino a 14 mm ed i quarzi a scettro.
Le druse quarzose sono spesso
incrostate da limonite, ghoehite e da alcuni carbonati.
L’aragonite si presenta in eleganti
ciuffi di aghi bianchi appuntiti, lunghi fino a 2 cm o in aggregati
coralloidi; la calcite in romboedri, spesso lenticolari, di parecchi
centimetri; la dolomite e l’ankerite limonitizzata in aggregati selliformi
ricurvi.L
Assai frequente è l’adularia in
cristalli bianchi con zonature incolori, sovente tetrageminati per
compenetrazione, fino a 2 cm
di spigolo.
Sciogliendo con acido i carbonati e
gli idrossidi di ferro emergono talora eleganti tavolette striate di brookite,
trasparenti, lunghe fino a 4 mm .
Il colore varia sui toni del giallo, del marsala o del rosso bruno con ben
marcata macchia interna nerastra, approssimativamente triangolare o a “pagoda”.
Accompagnano la brookite, l’anatasio in bipiramidi tronche, nere, di 1,1,5 mm
ed il rutilo in ciuffi di aghetti bruno scuri o in cristalli prismatici neri.
Non di rado, i tre biossidi di titanio, si rinvengono contemporaneamente nella
medesima fessura.
Di recente individuazione sono la
barite in aggregati paralleli di cristalli tabulari bianchi o incolori e la
prhenite in globuli verdastri di 2-3
mm
Completano i ritrovamenti alcuni solfuri
quali la pirite in cubi limonitizzati, la calcopirite a volte alterata in
malachite o azzurrite e l’arsenopirite.