Località di ritrovamento del demantoide - Fotografia naturalistica

Fotografia naturalistica
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Rocca di Castellaccio

Sin dalla metà dell’800, in Val Malenco, in particolare nella zona di Campo Franscia, esistevano numerose miniere per l’estrazione delle fibre di amianto da parte di imprese francesi. Verso la fine del secolo la concorrenza dell’amianto canadese contributi a diminuire notevolmente la produzione in Val Malenco e solo nel periodo della seconda guerra mondiale si ebbe un nuovo impulso all’attività estrattiva fino al 1952, per estinguersi definitivamente verso la fine degli anni settanta.
Oltre che nella zona di Campo Franscia altre miniere erano attive in Val di Scerscen, in Val Ventina e Val Giumellino.
L’amianto, varietà fibrosa di crisotilo, è il minerale essenziale delle fessure del serpentino; in Val Malenco si presenta con fibra eccezionalmente lunga, da pochi centimetri fino ad oltre due metri, in aggregati paralleli di fibre biancastre o verdastre, disposte ortogonalmente alle litoclasi.
Impiantati sulle litoclasi del serpentino o inglobati nell’amianto (“semenza dell’amianto”) si rinvengono gli splendidi cristalli di andradite verde nella varietà demantoide. I cristalli più significativi sono stati raccolti nelle cave dello Sferlùn, nella cresta e nelle cave dell’Acquanegra, in Valbrutta, al ristoro di Campo Franscia e nella cava Al Ross. Le prime osservazioni, studi ed analisi  relativi al demantoide si devono al prof. Cossa (1880) su campioni raccolti da T. Tamarelli (1876). In seguito al notevole interesse suscitato da questi studi e dalla bellezza degli esemplari, già nel 1894 alcuni campioni vennero mostrati alle Esposizioni Riunite di Milano.
I migliori esemplari in assoluto provenienti dalla Val Malenco sono quelli rinvenuti quando nel 1947 l’ing. Luigi Magistretti fece riaprire le antiche miniere di amianto dello Sfèrlun, già abbandonate da quasi settant’anni, al preciso scopo della ricerca.
Il demantoide si presenta in cristalli di abito rombododecaedrico  con facce anche ampie di icositettraedro, fino a 20 mm di diametro. Il colore verde assume tonalità diverse secondo la provenienza o la dimensione dei cristalli; da verde oliva, a verde smeraldo, a verde giallastro fino a verde bruno. Assai frequenti sono le inclusioni di amianto o magnetite ma non mancano individui perfettamente trasparenti, con facce piane a viva lucentezza vitrea e spigoli vivi.
La paragenesi del demantoide è sempre piuttosto povera; oltre l’amianto, la calcite di riempimento e l’aragonite, particolarmente interessante è la magnetite.
Nelle cave di Campo Franscia, la magnetite, si rinviene in nitidi e lucenti cristalli neri di abito rombododecaedrico, sia sulle litoclasi, sia immersi dell’amianto.
edoardo mottarella 2012 - copyright
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